a cura di O. Casciani, O. De Luca (2018)
Edizioni Publiedit, pp. 476, Euro 45.00
recensione di Alessia Zangrilli *
Questo manuale rappresenta un compendio completo e aggiornato sul trattamento psicologico e psicoterapeutico del gioco d’azzardo patologico. Autorevoli clinici e ricercatori hanno collaborato alla sua stesura, rendendolo uno strumento completo sia per il professionista già impegnato nella cura e nel supporto al paziente portatore di questo complesso disturbo, sia per lo studente che desideri conoscerlo meglio.
La riflessione iniziale prende avvio dalla constatazione che il Disturbo da Gioco D’azzardo (DGA) sia oggi, a ragione, considerato un problema di salute pubblica di dimensioni rilevanti ed ingravescenti, tanto a motivo della rapida espansione delle opportunità di gioco, quanto dell’aumentata accessibilità via rete, che ne consente una diffusione trasversale ed eterogenea, spesso ancora sottovalutata nelle sue iniziali manifestazioni.
Lo scopo esplicito di questo lavoro appare quello di fornire strumenti utili per il trattamento psicologico e psicoterapeutico del paziente con DGA. Lo scopo implicito, che nasce dalla esperienza clinica degli autori, è quello di sostenere l’idea che, nell’ipotetico avvio di un ambulatorio per il trattamento del DGA, non sia oggi necessario “sperimentare” cominciando da zero, come in qualche modo è avvenuto con la dipendenza da sostanze qualche decennio fa, ma sia possibile contare su un patrimonio di conoscenze acquisito attraverso l’esperienza.
Esistono infatti, e vengono presentate nel manuale, numerose prove scientifiche e studi di efficacia nel trattamento del DGA cui poter attingere con relativa sicurezza, ed è proprio a queste evidenze e a queste consolidate esperienze che fanno riferimento i capitoli del volume. Nella prima parte viene trattato il tema del DGA dal punto di vista teorico, attraverso la disamina dei suoi aspetti distintivi, della sua estesa eterogeneità e dei principali fattori coinvolti nella sua patogenesi. Ne vengono illustrati i meccanismi neuropsicologici e neurobiologici, e i fattori di sviluppo e mantenimento, da quelli genetici a quelli più specificamente cognitivi e psicosociali. Interessante riferimento viene fatto alla motivazione soggettiva, e ai suoi legami con le dinamiche di funzionamento familiare e ambientale, e alla natura specifica del craving, analizzato attraverso una chiave di lettura ispirata al modello della psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT9. Nella seconda parte, viene invece sviluppato il tema della diagnosi e del trattamento: ne vengono presentati i protocolli terapeutici ritenuti maggiormente efficaci, sulla base di una letteratura internazionale certamente non ancora vasta, ma esaustiva.
Interessanti, in questa sezione, i riferimenti al funzionamento di personalità, e alle trappole cognitive tipiche del giocatore patologico. La terza parte del volume è invece dedicata alla presentazione di alcune esperienze di trattamento residenziale breve tra le più consolidate in Italia, mentre la quarta si rivolge ad alcune nuove prospettive di cura, come gli interventi specificamente rivolti alle donne, l’utilizzo dell’approccio metacognitivo, e l’introduzione di soluzioni digitali a supporto del trattamento. Infine, vengono passate in rassegna alcune riflessioni su un aspetto delicato e complesso come quello relativo alle valutazioni di esito, tema non di rado trascurato probabilmente a motivo della evidente difficoltà di valutazione oggettiva delle innumerevoli variabili che intervengono nello sviluppo e nell’evoluzione del disturbo.
* Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Istituto Beck, Centro Clinico de Sanctis, Roma
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