di Francesco Bottaccioli e Anna Giulia Bottaccioli (2017). Edra Masson, Roma.
recensione di ANDREA POLIDORO *
La bellezza della nostra complessità biopsicosociale da leggere con appassionata dedizione. Il sentimento che traspare dall’approcciare le dense pagine di questo testo è proprio questo!
Il manuale di AnnaGiulia Bottaccioli e Francesco Bottaccioli, quest’ultimo Presidente onorario della SIPNEI e autore, insieme ai suoi soci, dell’egregia diffusione del pensiero PNEI in Italia e della crescita progressiva di una Società scientifica impegnata da anni nel duro lavoro della legittima consacrazione della cura integrata nella patologia umana , è il risultato di un lavoro fine e dedito e non sempre, sicuramente, agevole.
Coordinare i temi e gli stili degli studiosi impegnati in questa storica impresa ha portato ad esaminare centinaia di cartelle scritte con dovizia di particolari e degli aggiornamenti più recenti. I professionisti che hanno coadiuvato gli autori rispecchiano infatti la derivazione pluralistica della salute umana: interviene la figura del medico specialista, dello psicoterapeuta, del nutrizionista, dell’agopuntore, del fisiologo, del biologo, fino al sociologo e al filosofo, e al neuroscienziato e altri ancora. Non c’è più la medicina alternativa ma la medicina integrata poiché ogni intervento sulla salute equivale ad ogni intervento su questo manuale: ognuno ha il suo peso non trascurabile.
Credo che in queste pagine noi possiamo ritrovare le caratteristiche che definiscono il soggetto e il contesto in cui vive come sistema olistico, frutto dell’interazione instancabile, continua e adattiva, tra meccanismi neurologici, psichici, immunitari e endocrinologici. La critica al riduzionismo che per troppo tempo ha condotto all’obnubilamento delle ulteriori e necessarie possibilità di cura introduce alla definizione dei meccanici che soggiacciono all’armonia (o alla disarmonia) dell’individuo in quanto essere tra altri. Definite le scoperte sulla possibilità di “mutare” le risoluzioni PNEI attraverso l’interazione con l’ambiente (epigenetica), definite le scoperte sulle differenze fisiopatologiche di genere, definite le plasmabilità delle prime fasi di vita, definite le aperture al pensiero orientale, il testo si propone, a mio parere, come una nuova Fisiologia olistica, finalmente del respiro più ampio, quel respiro che abbraccia una moltitudine di possibilità di intervento per curare.
Possibilità descritte accuratamente: agopuntura, medicina naturale, alimentazione, meditazione, fitoterapia, esercizio fisico, la clown therapy e altro. Insomma, le tecniche scientificamente provate non sfuggono all’analisi degli esperti. I saluti degli autori all’inizio del testo- “dedichiamo questo libro ai giovani che si avviano alle professioni di cura, con l’augurio che la sua lettura contribuisca a sviluppare lo spirito critico e l’indipendenza di giudizio, per far avanzare la conoscenza e la cura dell’essere umano nella sua interezza”- sono indicativi dell’auspicio di una nuova libertà nell’intervento sul paziente. Libertà sempre coscienziosa, scientificamente provata, e non più agita nella solitudine di una prescrizione diagnostica o farmacologica. La cura integrata trova espressione come rapporti tra gli operatori e come rapporti ancor più stretti tra aree di funzionamento dell’organismo. Essa non è esclusione dei mezzi classici ma valorizzazione della interazione e condivisione di interventi.
I disturbi psichici, quelli immunitari, quelli relativi alla fertilità, le patologie tumorali o cardiovascolari, i disturbi del metabolismo, sono inquadrati alla luce delle ultime scoperte sulla causalità, la diagnosi e il trattamento PNEI. Consultare il manuale è prendere spunto per un deciso ottimismo su cui improntare la relazione con il nostro paziente. Lo spunto può essere quello di considerare in maniera risoluta le nuove chiavi di lettura della salute: i concetti di Sistema, complessità, organizzazione, integrazione. Il Capitolo 23, “La Scienza della cura integrata-Il futuro”, chiude il ponderoso e prezioso testo ma in realtà è l’apertura nel senso cinematografico del “to be continued” verso una considerazione sempre più chiara e lucida delle soluzioni ai mali della salute: la commercializzazione bieca, l’individualizzazione castarnte e la privatizzazione cinica ed erosiva. Le cause di malattia non sono più soltanto fattori biologici isolati ma i determinanti sociali sempre più avvelenati dall’isolamento, la precarietà del lavoro, l’automazione e il mondo virtuale non adattati ai bisogni evolutivi. Maggiore consapevolezza di sé e quindi prendersi cura di sé, questi gli inizi della cura per ogni malattia. Anche la grafica merita apprezzamento, alleggerisce le tematiche così importanti. Bene, continuiamo così, grazie!
* Psichiatra, Coordinatore Sezione Lazio della Società Italiana di PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (SIPNEI)
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