“Non ascoltarli, gli ignoranti sono loro. Inseguono un elettore razionale e disponibile al confronto, che nella realtà non esiste. Danno fiato alla bocca, mentre tu fai vibrare l’anima”.
Carlo Melina, giornalista a tutto tondo e esperto professionista della comunicazione, ha scritto questa breve antologia di esperienze vissute sul campo della Politica “sangue e merda”: “Non difenderti, attacca. 50 regole di comunicazione politica per spin doctor e addetti stampa” (Historica Giubilei Regnani).
Si fa un gran parlare di comunicazione ma le regole che la governano sono in pochi a conoscerle veramente e questo volumetto ce le spiega con grande intelligenza e in modo sornione e anche divertente.
In “Non difenderti, attacca” non ci sono discorsi professorali e barocchi, noiosi e grigi ma consigli, “furbate”, dritte, trucchetti, segreti del mestiere. I suggerimenti posti in corsivo alla fine di ogni capitolo e i brevi pensieri dei grandi giornalisti della nostra epoca rendono didattica e didascalica la struttura del lavoro, facilmente fruibile a chiunque ed estremamente efficace per capire le tante “chicche” del mestiere di comunicatore politico. La comunicazione è empatia, emozione, seduzione.
La comunicazione è fatta di colori a tinte accese, non fosche e plumbee. La comunicazione è fatta di storie, e le storie si compongono di parole e immagini, e le immagini si catturano con la fotografia. “L’Universo è fatto di storie, non di atomi” (Muriel Rukeyser).
La teoria si evince dalla moltitudine di esempi di vita professionale vissuti da Melina, che analizza ed esamina aneddoti di campagne elettorali locali e nazionali e tranci di vicende istituzionali con l’aiuto di Rudi (l’elettore medio) e Pepito Sbazzeguti (un politico qualunque).
L’Autore dalla propria esperienza dipana i risvolti concreti, gli sviluppi favorevoli e quelli negativi, illustrando come un concetto possa essere espresso in modo pregiudizievole o a vantaggio della personalità politica a seconda dell’uso che si fa delle parole, della quantità adoperata e della loro collocazione nel testo.
“Il lessico scelto per descrivere un evento, come l’inquadratura di una fotografia, impone un punto di vista sulla realtà a cui si riferisce. Un framing, dicono gli psicologi della comunicazione, che determinerà l’interpretazione del messaggio da parte del pubblico.
“Marocchino sgozza la moglie” è molto diverso da “Femminicidio fra le mura domestiche”. Imparare dagli errori per farne altri e apprendere anche da questi ultimi. Passione, rigore, lealtà e astuzia. “I vostri nemici hanno un bisogno disperato che voi reagiate. La ritirata li fa infuriare…” (Robert Greene)
Carlo Melina indica in modo simpatico e pragmatico il percorso stilistico da seguire nel redigere un comunicato stampa o qualsiasi altro “pezzo” interessi l’Autorità per cui si lavora. “Scienza, tecnica e burocrazia utilizzano un linguaggio ostile, esclusivo. Il tuo politico deve usare quello dei cittadini. Non vive in un regime, il suo destino dipende dagli elettori.
Se Rudi non lo capisce, non lo voterà”. Consiglio convintamente di leggere questo libello non solo agli addetti ai lavori (comunicatori, giornalisti, uffici stampa, portavoce, spin doctor), ma anche ai tanti curiosi che vogliono conoscere altri mondi, mondi che, in qualche modo, li toccano in realtà da vicino.
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