Paul C. Vitz: “L’inconscio cristiano di Sigmund Freud”
a cura di F. S. Bersani e F. Keller, Alpes Italia, 2018, pp. 306, Euro 25.00
Recensione di Rosario Aronica *
L’autore, Paul C. Vitz, è uno psicologo e accademico statunitense, professore emerito di psicologia presso la New York University (New York, USA) e senior scholar presso la Divine Mercy University (Arlington, USA). La sua attività di ricerca verte principalmente sul rapporto tra psicologia e religione. Tra i suoi scritti si ricordano Psychology as religion: the cult of self-worship (1977) e Faith of the fatherless: the psychology of atheism (1999).
L’inconscio cristiano di Sigmund Freud è una trattazione biografica innovativa e intrigante, di interesse scientifico oltre che culturale, sul padre della psicoanalisi e sul suo rapporto personale e intellettuale con il Cristianesimo. L’autore utilizza nel saggio sia gli strumenti propri della ricerca storica sia quelli propri dell’analisi psicodinamica: la raccolta sistematica di documenti, testimonianze ed elementi fattuali fornita dal Vitz “storico” conferisce al Vitz “psicologo” una solida base sulla quale approfondire alcuni aspetti della vita, del pensiero e della complessa personalità di Freud.
Abituati a considerare Freud come un sostenitore dell’ateismo o dell’agnosticismo, nonché come una persona di origini ebraiche, i lettori sono giustificati a chiedersi cosa possano avere in comune l’inconscio di Freud e il Cristianesimo. Il libro, favorendo un’immersione nelle vicende personali di Freud, nei luoghi, negli ambienti, nelle relazioni e nelle situazioni che hanno plasmato il suo modo di essere, fornisce delle risposte convincenti a tale interrogativo. Dei sette capitoli di cui il volume è composto, i primi sei forniscono prevalentemente elementi di stampo biografico, mentre l’ultimo fornisce una concettualizzazione maggiormente teorica.
L’autore Vitz ripercorre i primi anni di vita del giovane Sigmund vissuti a Freiberg, una cittadina della Moravia perlopiù plasmata su abitudini e usanze cattoliche, accudito dalla bambinaia Anna (da Freud stesso definita “iniziatrice primaria”), la quale, seppur indirettamente, ebbe un impatto rilevante e duraturo sulla sua vita. Dall’infanzia felice e bucolica di Freiberg, la trattazione si sposta poi nella città di Vienna, dove Freud si è formato, ha ricercato il riscatto sociale ed economico e si è affermato professionalmente.
Vengono analizzati nel libro riferimenti a concetti cristiani riscontrabili nelle lettere che Freud inviava a Martha Bernays (fidanzata e poi moglie), Fliess (amico e collega), Pfister (psicoanalista nonché pastore cristiano protestante), Jung e Abraham, nonché nei suoi rapporti personali con Franz Brentano (uno dei principali filosofi cristiani dell’epoca), nei suoi scritti su opere d’arte e testi letterari, e in testimonianze relative a frammenti di vita quotidiana. Si tratta di riferimenti che fanno luce su alcuni aspetti intimi, tendenzialmente poco noti, contraddittori e affascinanti di Freud.
Il filo conduttore del testo, oltre che, secondo Vitz, dell’intera vita di Freud in relazione all’ambito religioso, è quello dell’ambivalenza: se da una parte è facile interpretare gli atteggiamenti (perlopiù pubblici) del fondatore della psicoanalisi in chiave anti-cristiana, dall’altra è interessante approfondire come (perlopiù in contesti privati) egli abbia avuto interessi e coinvolgimenti emotivi filo-cristiani. A tal proposito, meritevoli di particolare attenzione sono il rapporto che Freud ebbe con la città di Roma e il suo forte desiderio di visitarla, interpretati da Vitz come metonimia del suo rapporto con il Cristianesimo, nonché i continui riferimenti che egli faceva alle festività della Pasqua e della Pentecoste.
È anche curioso il forte interesse che Freud nutriva verso la figura del diavolo, interesse poco comune nelle persone che si definiscono atee, che Vitz indaga e documenta nel dettaglio. Relativamente a questo aspetto, l’autore propone un’interpretazione del freudiano complesso di Edipo come di una concettualizzazione psicologica del peccato originale, e di Gesù come di un personaggio che rappresenta i valori opposti a quelli rappresentati da Edipo (“Gesù come anti-Edipo”).
La fluida narrativa e la rigorosa metodologia che contraddistinguono il libro consentono al lettore di esaminare aspetti reconditi e avvincenti della vita e del pensiero (e dell’inconscio?) di Freud in relazione al Cristianesimo. Vitz fornisce un rinnovato contesto in cui inscrivere segmenti rilevanti delle conoscenze sul fondatore della psicoanalisi.
* Rosario Aronica Università Campus Bio-Medico di RomaVia Álvaro del Portillo, 21 – 00128 Roma – r.aronica.med@gmail.com
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