Matthew Pugh (2021): IL CHAIRWORK NELLA TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE. Una guida pratica alla tecnica delle sedie
Giovanni Fioriti Editore, Roma, pp. 184, Euro 25.00.
Negli ultimi decenni, i moderni approcci delle scienze cognitive hanno mostrato sempre maggior interesse per quelle teorie che sostengono una molteplicità del Sé, accogliendo l’idea della presenza di più parti o domini della coscienza alla guida dei processi cognitivi, emotivi e comportamentali.
In base a questa concettualizzazione, i diversi stati del sé si originano in risposta alle esperienze infantili primarie, assumendo con il tempo, su un piano evoluzionistico, un compito fondamentale nel consentire agli individui di svolgere i diversi ruoli sociali necessari all’adattamento (Gilbert 1989). Se, quindi, le varie parti del sé sono funzionali alla relazione con l’ambiente, è anche vero che la sofferenza psicologica può esprimersi in una frammentazione di parti, stati mentali o schemi che nella loro non integrazione possono generare esiti disfunzionali e disadattivi.
L’aver incluso nella CBT il concetto di molteplicità del Sé, soprattutto a opera del cognitivismo clinico di terza generazione, ha implicato la necessità di integrare nella propria metodologia, il lavoro con le parti e di conseguenza l’ introduzione di strumenti clinici appartenenti ad altri modelli teorici.
Seguendo questa linea, Matthew Pugh, nel Il Chairwork nella terapia cognitiva comportamentale. Guida pratica alla tecnica delle sedie propone, in una prospettiva pragmatica ed evidence-based, l’utilizzo degli interventi esperienziali con le sedie e il loro posizionamento (impiegati nella Gestalt e nello psicodramma di Moreno), per lavorare direttamente con gli stati del Sé e stimolare il dialogo interno fra le esperienze frammentate dei pazienti.
Il testo è suddiviso in due parti, una teorica e una applicativa. Nella prima, l’autore espone una panoramica delle diverse tipologie e funzioni di chairwork, illustrandone il razionale e i meccanismi sui cui questa potente tecnica agisce all’interno di una specifica concettualizzazione del caso.
Riportando studi empirici, Pugh mette in luce come l’integrazione fra la CBT e gli approcci clinici che utilizzano oggetti, corpi in movimento, o altri mezzi non verbali, produca effetti a elevato impatto emotivo, giacché il cervello riesce a memorizzare più facilmente informazioni multisensoriali piuttosto che puramente cognitive. Difatti la tecnica delle sedie è un intervento esperienziale e come tale, facilita l’attivazione di diversi canali quali stimoli visivi, uditivi e feedback corporei, caratteristica che la rende più efficace nel determinare il cambiamento dei processi cognitivo-affettivi impliciti rispetto alla solo canale verbale.
La seconda parte offre invece un’ampia rassegna di interventi clinici classificati in base alle finalità e agli obiettivi terapeutici ed esplora le applicazioni pratiche nei contesti della CBT e nelle terapie affini quali Schema Therapy, Compassion Focused Therapy, Terapia Metacognitiva. La sezione permette di osservare il possibile uso del chairwork per lavorare sui pensieri automatici, sui processi cognitivi come il rimuginio o l’autocritica, oppure per sviluppare la self-compassion e la regolazione delle emozioni, ma anche facilitare l’apprendimento di skill comportamentali.
L’intero volume è arricchito da vignette cliniche e proposte di dialoghi terapeutici, in grado non solo di esemplificare l’esecuzione della tecnica, ma anche di formare il lettore all’uso degli interventi evocativi in funzione della concettualizzazione CBT.
Il testo è scritto in un linguaggio chiaro e sintetico, e all’autore va il grande merito di aver integrato in modo creativo ed eclettico diversi modelli di intervento. Tuttavia, la struttura particolarmente schematica e riepilogativa, che implica una competenza di base navigata, a mio parere potrebbe apparire meno fruibile ai clinici alle prime armi, motivo per il quale, in attesa di volumi successivi, lo consiglierei ai terapeuti più esperti sia in ambito cognitivo-comportamentale che nella tecnica delle sedie o a chi, invece, vuole iniziare a orientarsi su questo nuovo campo di integrazione in prospettiva di una formazione specifica successiva.
Eleonora Pietropaoli
Psicologa, Psicoterapeuta EMDR, Centro Clinico de Sanctis, Roma
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