Film: “Perfect days” e film “Foglie al vento” (recensione di Maria ACIERNO)

LA POESIA DEL SILENZIO.

Pellicole molto diverse, ma accomunate dal rigore poetico delle immagini dei paesaggi urbani, dei volti e degli sguardi.

In Foglie al vento il contesto è un tessuto di periferie abitative e industriali, spazi di alienazioni entro cui si consuma una vita quotidiana drammaticamente coerente nella fatica, nella mancanza di gratificazioni, nella assenza di relazioni, nella ricerca di sé e di senso dei protagonisti, tristi e avvinti da un senso di vuoto che si coniuga con l’angoscia esterna proveniente dagli echi della guerra in Ucraina. Poi, l’incontro e  la favola dell’attrazione e dell’amore con le disavventure e gli imprevisti che non possono mancare in una favola. E l’epilogo lieto. Il ritrovarsi insieme con il cane Chaplin contro la modernità che mette ai margini l’umanità. Una parabola drammatica che rappresenta la gravità delle disuguaglianze del sistema economico dell’occidente e non risparmia la desolazione di un paesaggio urbano che pure attrae per la luce ghiaccia che lo avvolge, così come per i lunghi silenzi dei protagonisti che lo attraversano, comunicando sguardi vibranti e il desiderio di non smarrirsi all’interno di un’esistenza non scelta e tuttavia non subita.

In Perfect days, al contrario la luce è la narrazione. In tutte le sue estrinsecazioni. E’ la compagna del protagonista, compagna di felicità al risveglio o durante i viaggi dentro la città, compagna del gioco fotografico che coglie le ombre tra le foglie più luminose della luce, indelebili, incalpestabili. La città è luce, i coloratissimi bagni pubblici dalle pareti trasparenti sono luce che consente di conservare uno sguardo vigile e poetico su tutti gli esterni, parchi, persone smarrite che danzano, bambini che esprimono emozioni non convenzionali. E tutto, al contrario che in Foglie al vento, è il frutto della scelta del protagonista. La vita francescana da eremita metropolitano, i riti che la permeano, così ricchi di intensità da sembrare ogni giorno inediti; la selezione delle fotografie, il rigore etico nel lavoro, l’autocontrollo comunicativo, limitato a pochi gesti e parole che esprime, tuttavia, empatia e disponibilità verso l’altro, mai banale o formale. Il piacere del risveglio e del sonno che cattura con i sogni le emozioni visive della giornata. Tutto è essenziale ed esatto come le scatole che contengono, perfettamente suddivise, le ombre e luci delle foto scattate dal protagonista.

E’ un’esperienza poetica perfetta Perfect Days  e, unitamente a Foglie al vento un manifesto antiretorico della forza espressiva del silenzio e delle sequenze d’immagini che ci regalano questi due maestri del cinema.

17/01/2024

Maria Acierno

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