Clara Mucci: Corpi Borderline. Regolazione affettiva e clinica dei disturbi di personalità.
Raffaello Cortina Editore, Milano 2020, pp 407, Euro 38.
di Cecilia La Rosa
La psicotraumatologia è il campo dove l’integrazione tra gli approcci psicoterapeutici sta dimostrando la sua maggiore potenzialità. Ne è un esempio assolutamente valido e illustre questo libro della collega e studiosa Clara Mucci. Allieva di eminenti clinici del campo psicoanalitico come Otto Kernberg, Peter Fonagy e Allan Schore, ha saputo integrare studi psicoanalitici classici e moderni con le recenti neuroscienze per elaborare un modello di trattamento per i pazienti borderline.
La risposta ordinaria alle atrocità è bandirle dalla coscienza, come dice Judith Herman e conoscere la dissociazione traumatica e saperla riconoscere e diagnosticare nelle sue molteplicità dis-integrative (frammentazione, molteplicità del sé e dei modelli operativi interni) è la prima base del modello di trattamento. La diretta associazione tra trauma, dissociazione, e traumi relazionali infantili è la base dello sviluppo dei disturbi di personalità spesso associati al trauma complesso. Tanto più è precoce il trauma relazionale, tanto più sarà grave l’effetto sullo sviluppo della personalità. Il luogo di sedimentazione, iscrizione e memoria dei traumi infantili è il corpo che “ricorda” e “rivive” continuamente i traumi. La cura deve passare attraverso il corpo e l’enactment delle memorie del trauma, all’interno di una relazione calda e protettiva come la relazione terapeutica. Molti i riferimenti anche al lavoro di Gianni Liotti sull’attaccamento disorganizzato come precondizione per un disturbo di personalità e per la psicopatologia dissociativa. Sono moltissimi i riferimenti nel libro alla necessità di “connessione” con le parti dissociate del paziente e la loro espressione attraverso l’attivazione delle memorie traumatiche attraverso il corpo.
La prassi psicoterapeutica si svolge nel libro attraverso la narrazione di diverse terapie di pazienti con diagnosi di disturbi di personalità gravi, come borderline, narcisistici, disturbi alimentari gravi e ipocondria.
La prassi ricorda molti fondamenti base dei nuovi approcci bottom-up e della terza onda delle psicoterapie uniti alla pratica psicoanalitica moderna e dunque: autenticità, sintonizzazione relazionale, attenzione all’attivazione del corpo in seduta, gentile e accogliente invito alla narrazione degli eventi relazionali traumatici del passato, accompagnamento e interpretazione degli enactment spontanei. Scrive Mucci: Qualsiasi occasione nei limiti del setting terapeutico ravviverà e riattiverà (dato anche il fenomeno di rekindling tipico del loro funzionamento lo Sturm und Drang emotivo a cui sono soggetti: una continua tempesta di acting out (fuori della seduta) e di enactment (dentro la seduta) da una parte permetteranno la ripetizione di ciò che non è stato dominato e compreso consapevolmente e d’altra parte saranno l’oggetto dell’esplorazione e del continuo processo dialogico mentale corporeo dell’incontro terapeutico.
L’approccio si avvale della grande esperienza psicoanalitica, ma non prevede un protocollo strutturato né l’utilizzo di tecniche di stabilizzazione e di mindfulness, la rivisitazione delle memorie traumatiche avviene quando spontaneamente insorge e non prevede una riattivazione in mindfulness come in molti approcci psicoterapeutici orientati al corpo. Di conseguenza la rielaborazione sembra essere prevalentemente top-down, con l’uso dell’attenzione alle reazioni corporee come unica via di connessione mente corpo.
Cecilia La Rosa
psichiatra e psicoterapeuta, Centro Clinico de Sanctis Roma
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