CONVERSAZIONI CON GIOVANNI LIOTTI SU TRAUMA E DISSOCIAZIONE volume II. Il dialogo terapeutico e il lavoro sull’alleanza (recensione di S. Brotto)

Cristiano Ardovini, Cecilia La Rosa e Antonio Onofri: Conversazioni con Giovanni Liotti su Trauma e Dissociazione volume II: Il dialogo terapeutico e il lavoro sull’alleanza. ApertaMenteWeb, Roma 2024, pp. 275, Euro 32,00

Questo volume, curato da Cristiano Ardovini, Cecilia La Rosa e Antonio Onofri,  rappresenta una grande risorsa  per i terapeuti, per le citazioni letterarie, artistiche, filosofiche (raccolte in un indice analitico completo) e per i numerosi casi clinici  descritti, che ci permettono di conoscere compiutamente le basi teoriche del pensiero di Giovanni Liotti e come affrontare le sfide cliniche più complesse.

L’esaustiva  bibliografia curata da Paolo Migone,  per  chi non ha avuto la fortuna di incontrare questo grande Maestro, ci permette di conoscere oltre ai suoi insegnamenti, la sua enorme produzione intellettuale.

Nel capitolo sull’alleanza terapeutica con pazienti con trauma e  dissociazione, Liotti affronta come in questa popolazione clinica ci sia spesso una maggiore difficoltà nel costruire una buona alleanza terapeutica e una maggiore frequenza di drop out.

Liotti propone una distinzione tra due forme di rottura dell’alleanza e offre preziose indicazioni su come “ripararle”:

  • Per quella passiva, dove mancano indicatori precisi, ma in cui si percepisce un rallentamento del lavoro terapeutico e quindi la necessità del terapeuta di dover comprendere il quando e il come… riparare, attraverso una riflessione congiunta con il paziente stesso, per re-ingaggiare il sistema cooperativo, Liotti propone ad esempio di parlare esplicitamente  di “rallentamento  terapeutico” valorizzando  al tempo stesso gli obiettivi raggiunti.
  • Per quella in cui il paziente attacca in modo aggressivo terapia e terapeuta, Liotti consiglia di non incorrere nell’errore di ricercare la causa in un evento esterno, ma di lavorare sempre dentro la relazione terapeutica, a meno che il motivo non sia esplicitato dal paziente stesso.

Viene affrontato anche il tema della self-disclosure o autorivelazione,  sottolineando la sua utilità terapeutica e quanto e come inserirla nella terapia senza oltrepassare i giusti confini, ma anche perché può servire a ricordare che anche lo psicoterapeuta è un essere umano e non un salvatore onnipotente.

Molto interessanti sono  le indicazioni per la co-terapia con  lo psichiatra psicofarmacologo per stabilire in modo più integrato la collaborazione tra professionisti, per esempio la sua funzione di figura di attaccamento secondaria, la necessità della psico-educazione per quei pazienti poco propensi all’assunzione di farmaci per la paura che questi possano “cambiar la mente”,  la corretta somministrazione degli stessi.

Nel capitolo L’EMDR e il metodo conversazionale,  Liotti affronta i vantaggi e  i svantaggi dell’EMDR nel lavoro sulle memorie traumatiche rispetto al modello conversazionale.  Questo è uno stimolo alla riflessione sull’uso  delle diverse procedure terapeutiche, che come l’Autore  suggerisce, dipende dal tipo di paziente che ci troviamo di frontecon l’obiettivo metaforico di arrivare a Ivrea senza passare prima per Venezia.

Nel capitolo Metafore, arte e storytelling, suggeriti come strumenti terapeutici per favorire la presentificazione,  Liotti cita la poesia I ricordi mi vedono di Transtromer e la metafora dei ricordi traumatici come camaleonti che mi guardano, da condividere con i pazienti, perché è più importante che ci si accorga del camaleonte, che è la vera essenza del lavoro sulla memoria traumatica.

Metafora che – riferendosi ancora all’EMDR  – ci permette di comprendere meglio  il suo funzionamento, che focalizza l’attenzione sul momento peggiore del ricordo traumatico per  lasciare il passato nel passato citando Francine Shapiro.

Viene affrontato anche il tema del perdono, che spesso ci  si trova ad affrontare in terapia e di quanto non sia sempre facile favorire il processo di ricerca di significati alternativi rischiando di fornire noi ai pazienti quei significati che più volte Liotti sottolinea giustamente  di lasciar cercare al paziente.

06 Luglio 2024
Stefania Brotto, logopedista, psicologa clinica, psicoterapeuta sistemico relazionale, supervisore EMDR, ipnoterapeuta ericksoniana, sessuologa clinica

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