CHESIL BEACH – Film del 2018 scritto e diretto da Regista: Dominic Cooke Dal romanzo di Ian McEwan (recensione di Francesco Gamba)

Reperibile in streaming su Amazon Video, Recensione di Francesco Gamba, psicologo-psicoterapeuta

CHESIL BEACH, IL SEGRETO DI UNA NOTTE.

Sceneggiato dallo stesso autore del romanzo a cui si ispira, questo film suscita un coacervo di emozioni nello spettatore, in particolar modo in quelli come me che per età si ritrovano a identificarsi quasi totalmente con le vicende dei protagonisti. La narrazione inizia nel 1962 con la cena in camera nel piccolo hotel adiacente la spiaggia ghiaiosa di Chesil Beach, dove Edward e Florence hanno preso alloggio dopo la cerimonia e il pranzo del loro matrimonio. È tangibile il loro imbarazzo, notato e sottolineato dalle risatine e dai commenti dei camerieri che hanno portato il carrello con la cena, e dalla tensione emotiva tra i due che aleggia sempre più intensa come una nube pesante per tutta la stanza e rende tutto immobile, malgrado ognuno dei due, a turno, cerchi di far accadere qualcosa, senza riuscirvi. Una lunga serie di flashback ci porta a conoscere meglio la storia dei due protagonisti e il lascito del loro passato. Florence è una brillante violinista suonatrice in un ensemble d’archi, cresciuta in una famiglia agiata e molto conservatrice, per certi versi ancora vittoriana, con genitori estremamente severi, specialmente il padre. Ma una breve sequenza di Florence ancora bambina sola in barca con lui sembrerebbe suggerire un possibile episodio di incesto. Edward è laureato in Storia, proviene da una famiglia modesta con la madre affetta da disturbi mentali in seguito a un trauma cranico particolarmente violento e due sorelle gemelle ancora piccole. È una configurazione familiare drammatica dove Edward è portato spesso a reazioni rabbiose estremamente violente con estranei, se provocato o ferito nell’orgoglio. Ma scopriamo poi che, in definitiva, è un “good boy”.

Il film ci rappresenta due storie. La prima è quella di due giovani innamorati che, malgrado le opposizioni di lei rispetto agli approcci sessuali tentati a volte da Edward, sono felici e complici nel gioco, nei progetti comuni, nella condivisione delle esperienze e delle emozioni. Anche il contatto corporeo, fatto di abbracci e baci appassionati che si intuisce durino per ore, è vissuto da entrambi con estremo piacere e naturalezza. Come tanti che hanno vissuto la propria adolescenza e giovinezza nei primi anni ‘60, anche Edward e Florence condividevano il tabù di un rapporto sessuale completo. Per una ragazza, ma più spesso di quello che si crede anche per un ragazzo, arrivare vergini al matrimonio era allora un imperativo. Queste atmosfere serene, gioiose e luminose rendono ancora più spiazzante la sorpresa della seconda storia, centrata su una sorta di fermo immagine nella stanza d’albergo dove i due sposi con crescente imbarazzo e impaccio si preparano “consumare il matrimonio”. Il senso di colpa e la paura pervadono l’intera stanza. Cercano di parlarsi ma non riescono a comunicare, quindi nessuno dei due può contare sull’aiuto dell’altro. L’angoscia li blocca, riescono solo a dirsi che sono entrambi vergini, ma questo paradossalmente non li aiuta ma peggiora la situazione. Le immagini, attraverso riprese in primo piano e un ritmo forzatamente lento, ci trascinano nel letto insieme a loro e ci coinvolgono nella tempesta emotiva che li sconvolge. Quello che vediamo è una giovane coppia che affronta il loro primo rapporto sessuale come una prova, un pesante dovere da compiere senza alcun desiderio perché hanno appreso che questo si deve fare, ma non hanno appreso come. Un maldestro tentativo di penetrazione fallisce inevitabilmente, scatenando frustrazione, rabbia in Edward e senso di colpa in Florence, che abbandona l’hotel fuggendo lungo la spiaggia. Lì il marito la raggiungerà scaricando su di lei tutta la colpa del suo orgoglio ferito e definendola frigida, qualifica che Florence accetta subito passivamente proponendo maldestramente a Edward di restare sposati e di sentirsi libero di frequentare altre donne. Il matrimonio verrà annullato perché non consumato.

Noi siamo il nostro passato, affermiamo spesso noi psicoterapeuti. Ma noi siamo anche tutti i passati possibili ma non vissuti, e questo è determinato dal contesto socioculturale, oltre che dalla storia famigliare e dalle esperienze individuali. Cioè, in breve, tempo e luogo, quando e dove.

Questo almeno vuole affermare McEwan, che conclude non so quanto abilmente il film proponendo un salto nel tempo di parecchi anni, dove troviamo Florence felicemente sposata e con una figlia, e Edward sessualmente liberato.

Da non mancare.

14/08/2024

Francesco Gamba, Psicologo Psicoterapeuta

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