Anabel Gonzales: Non sono io. Imparando a comprenderci. Volume autopubblicato, 2020
recensione di Micol Franco
Le emozioni non sono in sé ne buone né cattive, ognuna ha la propria funzione nel nostro corredo evolutivo consentendoci di comprendere che cosa ci accade e come muoverci nelle diverse situazioni. Accade di renderci conto di essere più a nostro agio con alcune emozioni e meno con altre e questo, a volte, può portare a cercare in tutti i modi di non sperimentare o sentire certe sensazioni, mettendo in atto comportamenti rigidi e automatici di cui ci si rende conto “a posteriori” e che ci inducono a criticarci.
Vivere cercando di non sperimentare una determinata emozione o sensazione fisica è come cercare di scrivere o di parlare decidendo di non utilizzare alcune lettere dell’alfabeto: si finirà per andare incontro a una difficoltà o a un blocco, non riuscendo a trovare una soluzione efficace per comporre alcune parole. La consapevolezza di queste difficoltà – e della rigidità di alcuni dei nostri comportamenti – è il punto di partenza per iniziare a comprendere e accogliere che cosa ci accada in determinate situazioni, quali siano le origini odierne di determinati comportamenti e quali le emozioni intollerabili.
Riconoscere che cosa ci accade oggi può inatti consentirci di esplorare, con l’aiuto di un terapeuta, dove, quando e in quali esperienze relazionali si siano apprese le difficoltà a regolare alcune emozioni e le credenze negative più radicate. I ricordi di cui rifiutiamo le sensazioni e le emozioni possono non essere accessibili perché originate in esperienze traumatiche come abusi, maltrattamenti o negligenza, sperimentate nelle relazioni primarie.
Nel suo ultimo libro A. Gonzalez mette a disposizione del lettore, sia terapeuti sia pazienti, la propria esperienza clinica per favorire la comprensione di quello che accade nella nostra mente dopo aver vissuto esperienze traumatiche. Il testo è composto di capitoli brevi in cui il lettore viene condotto alla comprensione della dissociazione, delle esperienze che la favoriscono, di come riconoscerla e dell’importanza di elaborare tali esperienze al fine di acquisire una maggiore coscienza di sé.
I primi due capitoli sono dedicati alla descrizione del trauma e delle risposte adattive che vengono messe in atto in risposta a esso. Dal terzo capitolo inizia il viaggio di riconoscimento di ciò che ci accade, attraverso la descrizione delle emozioni e della loro funzione, la spiegazione della dissociazione, delle credenze negative e degli stati d’animo che ne derivano. Viene sottolineata l’importanza dell’ascolto del nostro corpo, delle nostre sensazioni e di come prendercene cura attraverso semplici esercizi. In modo chiaro e comprensibile vengono illustrati la teoria polivagale, gli stili di attaccamento e l’incidenza che questi hanno sulla capacità di regolare le emozioni.
Dal capitolo 12 in poi il lettore viene avviato a un percorso teso a recuperare una maggiore flessibilità, uno sguardo diverso su quello che gli accade, dandogli la possibilità di fare dei piccoli “esperimenti” che gli permettano di cominciare a tollerare maggiormente alcune sensazioni e di diventare consapevole che “oggi” c’è un sé adulto che può sviluppare un dialogo diverso con le proprie “parti di sé”. Negli ultimi capitoli viene illustrato come, attraverso la terapia EMDR, si possa elaborare il passato e integrare le parti di sé, lavoro che favorisce lo sviluppo di una nuova visione di sé, delle proprie competenze, e degli altri.
Il testo è un supporto pratico e fruibile per i pazienti e per i terapeuti. I cambiamenti descritti sono tutti possibili, alcuni più facili, altri che richiedono maggiore impegno, sta al lettore decidere che cosa fare della “manciata di semi” che gli viene offerta nel testo, se lasciarli lì o prendersi del tempo per dedicarsi a questo percorso di riconciliazione con la propria storia e con il proprio sé.
Micòl Franco
Psicologa Psicoterapeuta EMDR, Centro Clinico de Sanctis Roma
Commenti recenti