Presentazione dell’opera a cura di Antonio Onofri
Durante gli ultimi venti anni, l’interesse scientifico nei confronti del trauma e della dissociazione in Italia è andato sicuramente crescendo.
La situazione appare molto ricca e in movimento, anche se si registra ancora un certo ritardo soprattutto nel mondo dell’assistenza psichiatrica erogata dal Servizio Sanitario Nazionale, fatta salva ovviamente qualche eccezione, che ha visto l’apertura di specifici Servizi dedicati ai disturbi post-traumatici e dissociativi, anche all’interno di ospedali generali sul territorio italiano. Se infatti guardiamo alle diagnosi maggiormente utilizzate nell’ambito dei servizi psichiatrici pubblici, non si può non notare quanto ancora scarsa e insufficiente sia l’attenzione che gli psichiatri formatisi fino a qualche decennio fa rivolgono a quella che viene ormai riconosciuta dalla psicopatologia come la “dimensione” post-traumatica e dissociativa, presente e rilevante quasi in ogni disturbo psicopatologico.
All’interno del mondo accademico e universitario, si sono moltiplicate le ricerche in questo campo di studio e anche la conoscenza teorica ed epidemiologica delle possibili conseguenze di un trauma psicologico sembra vada generalizzandosi.
Sicuramente questo crescente interesse è stato determinato da due differenti filoni d’indagine teorica e di applicazione clinica, che – avviatisi in modo del tutto autonomo – hanno presto finito per convergere e arricchirsi reciprocamente, come si vede anche in questo volume che presentiamo: il campo di studio dell’attaccamento (e della sua disorganizzazione) da un lato e l’EMDR dall’altro.
Per quanto riguarda il primo filone, rimandiamo alla ormai vastissima letteratura esistente sull’argomento in Italia, a partire soprattutto dal lavoro di Giovanni Liotti. Per quanto riguarda il secondo filone, abbiamo assistito in Italia, in questi ultimi anni, a una continua crescita del numero di psicoterapeuti che utilizzano l’EMDR e allo stesso tempo a un aumento di prestigio e di riconoscimento nei confronti di quest’approccio evidence based.
L’Associazione per l’EMDR ha contribuito alla conoscenza dell’importanza epidemiologica e clinica delle cosiddette Adverse Childhood Experiences (ACEs) e quindi alla diffusione di una “cultura del trauma” che ha aumentato enormemente la sensibilità del mondo psicologico e medico di fronte a questo tema e la curiosità del mondo scientifico per lo sviluppo della psicosomatica e della psiconeuroendocrinoimmunologiache possono derivare dallo studio ACEs (cfr. Lanius, Vermetten, Pain, L’impatto del trauma infantile sulla salute e sulla malattia. L’epidemia nascosta, Giovanni Fioriti Editore, Roma 2012).
Presentazione dell’opera a cura di Antonio Onofri
Nel panorama culturale italiano dobbiamo ricordare l’importanza della crescente produzione editoriale che vede il moltiplicarsi dei testi dedicati a questo argomento fruibili anche in lingua italiana.
La Casa Editrice Giovanni Fioriti offre, all’interno del proprio catalogo, alcuni volumi – relativi al tema del trauma e della dissociazione – considerati ormai di fondamentale importanza per gli studiosi e i clinici del settore, oltre a una collana interamente dedicata all’EMDR – all’interno della quale pubblichiamo con piacere questo secondo volume di Marylin Luber dedicato ai protocolli terapeutici – che ho l’onore di dirigere.
Sono ormai diversi gli studi che indicano nell’alleanza terapeutica il fattore decisivo per il buon esito di qualunque psicoterapia. L’alleanza terapeutica appare strettamente connessa alla percezione di affidabilità, sicurezza e competenza che il paziente ha nei confronti del terapeuta.
Una delle forze dell’EMDR è questa: con i suoi protocolli, le sue procedure, i suoi fogli di lavoro, gli ormai numerosi ausili per la raccolta delle informazioni cliniche, per la concettualizzazione del caso, per la pianificazione del trattamento, offre al terapeuta la possibilità di proporre al paziente un lavoro condiviso ben strutturato e approfondito, capace di aumentare quel sentimento di sicurezza così importante per la costruzione dell’alleanza, della relazione terapeutica, della capacità di collaborazione, da parte sia del paziente sia del terapeuta, per il raggiungimento degli obiettivi concordati.
In questo secondo volume dedicato ai protocolli terapeutici EMDR, il lettore troverà preziosi strumenti per utilizzare l’EMDR in una serie di condizioni cliniche piuttosto frequenti nella pratica clinica: i disturbi dell’attaccamento nell’età evolutiva, innanzitutto, ma anche i disturbi psicotici e i lutti complicati. Contiene anche indicazioni per il lavoro di gruppo condotto con EMDR e per l’aiuto offerto a chi presta la propria opera nelle condizioni di primo soccorso (per esempio gli operatori delle centrali telefoniche del 118).
Particolarmente utili appaiono le pagine dedicate all’importanza della cura di sé che i terapeuti dovrebbero avere e sviluppare sempre più non solo per il proprio benessere personale, ma anche per poter mantenere ben funzionanti le proprie potenzialità terapeutiche.
Anche stavolta ricordiamo che, pur potendo ogni clinico trovare in queste pagine preziose informazioni e indicazioni valide per il proprio lavoro, il libro è rivolto primariamente ai terapeuti EMDR già formati in tal senso grazie ai training riconosciuti dall’Associazione europea e non può quindi affatto sostituire una specifica formazione certificata.
Scarica la scheda di presentazione del corso con la presentazione dei curatori ed il programma.
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