di Janina Fisher, traduzione di Marianna Liotti
Cortina Editore, Milano 2017, pp. 348, Euro 28.00
recensione di Micol Franco *
Il volume è pensato per i terapeuti che lavorano con persone che hanno vissuto esperienze di abuso, di trascuratezza e altre esperienze traumatiche o alle quali è stata fatta diagnosi Disturbo Dissociativo di Identità (DID). Le persone che hanno fatto queste esperienze nella loro vita riferiscono di avere dei lati della propria personalità che non comprendono, degli aspetti avvertiti come“non veri”, legati alle memorie emotive di tali esperienze e che non sono integrabili con la propria immagine di sé.
L’autrice, attraverso un linguaggio chiaro e diretto, illustra un metodo che favorisce la comprensione delle parti scisse e delle lotte interiori che i pazienti sperimentano nella loro vita. Partendo dalla spiegazione neurobiologica della scissione del sé, dalla funzione adattiva e difensiva che la scissione svolge per gli individui che abbiano vissuto traumi ripetuti nello sviluppo, illustra come lavorare con le parti attraverso un metodo integrabile con vari approcci terapeutici. L’approccio descritto nel testo ha lo scopo di aiutare il paziente a divenire consapevole delle proprie parti interne, al fine di non fondersi più con esse e di iniziare a sviluppare curiosità, conoscenza e infine empatia per quelle parti percepite come disturbanti. Attraverso questo percorso il soggetto può accettare quello che di brutto gli è accaduto. prendendosi lui stesso cura della parte bambina che è stata ferita in passato.
Il primo capitolo del libro è dedicato alla descrizione della scissione e della dissociazione come risposte difensive alle esperienze traumatiche, al fine di mantenere un immagine di sé buona e che permetta di prendere le distanze dall’esperienza sfavorevole. Nel secondo capitolo sono analizzate le implicazioni neuroscientifiche delle memorie traumatiche, utili per riconosce i segnali delle parti frammentate mentre si manifestano nella vita del soggetto. Dal terzo capitolo in poi viene descritto come insegnare al paziente semplicemente a “osservare senza giudicare” le proprie sensazioni, i pensieri o le reazioni corporee, sia positive sia negative. Viene utilizzato il linguaggio delle “parti”, affinché la persona possa sviluppare una maggiore consapevolezza delle proprie lotte interne. Nel sesto capitolo viene descritto lo sviluppo dell’attaccamento traumatico e le sue manifestazioni in età adulta così da poter favorire un “attaccamento sicuro guadagnato”. Il capitolo successivo è dedicato al lavoro con le parti autolesionistiche e suicidarie, rilette come manifestazioni difensive arcaiche legate alla sopravvivenza. Vengono poi analizzate le difficolta che il terapeuta incontra nel trattamento dei disturbi dissociativi, in cui la dualità delle parti assume un ruolo di primo piano nel percorso terapeutico. Gli ultimi capitoli, attraverso esemplificazioni cliniche, sono infine dedicate alla descrizione di come favorire l’accettazione di sé stessi e delle proprie parti interne, al fine di poter consentire al soggetto di farsi carico dei propri bisogni insoddisfatti nel passato, attraverso le competenze e le capacità attuali. Il testo è, inoltre, arricchito da sei appendici in cui vengono descritti sinteticamente gli esercizi da utilizzare per favorire questo processo terapeutico.
Janina Fischer, nello svolgimento del testo, mette a disposizione del lettore tutta la sua esperienza clinica riguardante il trauma e la dissociazione, favorendo l’acquisizione di strumenti atti ad aiutare i pazienti a sviluppare finalmente, in età adulta, un senso interiore di sicurezza.
*Micòl Franco, psicologa, psicoterapeuta sistemico relazionale e EMDR
Commenti recenti