Colin Ross: Come curare il Disturbo Dissociativo dell’Identita’. Lavorare con le parti di sé e altre tecniche di stabilizzazione per i pazienti con discontinuità della coscienza, ApertaMenteWeb, Roma 2022, pp. 160, € 28,00
La prima volta che ho sentito parlare Colin Ross a un congresso ne sono rimasta subito affascinata. Ross è un clinico molto preparato, un uomo simpatico, ironico, intelligente e molto facile da seguire nonostante la difficoltà dei temi trattati, ovvero il disturbi dissociativi.
Ho quindi acquistato prontamente questa sua ultima pubblicazione dal titolo Come curare il disturbo dissociativo dell’identità e ho nuovamente confermato quanto avevo subito pensato di questo ottimo clinico, durante il congresso in cui lo avevo potuto ascoltare dal vivo.
Questo libro si presenta come lettura interessantissima e allo stesso tempo estremamente fluida, chiara e comprensibile anche nelle sue sfumature più tecniche.
Ross riesce a trattare uno dei disturbi più complessi della intera psicopatologia, il Disturbo Dissociativo dell’Identità (DDI), in modo chiarissimo, con esempi pratici estratti da stralci di dialoghi clinici, donando al lettore preziosi strumenti pratici di intervento.
Essendo ormai condivisa nella comunità clinica e scientifica, l’idea che il DDI sia essenzialmente caratterizzato dalla disgregazione dell’identità, con due o più stati di personalità distinte, e che ciò avvenga a causa di esperienze altamente traumatiche, tema che oggi é costantemente sotto la lente di ingrandimento della maggior parte degli interventi psicoterapici, é più che necessario che nella formazione di un buon clinico siano presenti nozioni quantomeno di conoscenza basilare di tale disturbo e, ancora più apprezzabile, sarebbe la sua capacità di trattare questo disturbo in modo appropriato e consapevole.
Le osservazioni acute di Ross, ad esempio, sulla necessità di adottare una prospettiva di neutralità rispetto ai contenuti delle memorie del paziente, evitando di assumere posizioni di favoreggiamento o di squalifica delle stesse, sono riflessioni di grande importanza e istruttività, specie per coloro che non sono ancora debitamente formati in ambito psicotraumatologico e in quello dei disturbi dissociativi.
Il libro, nella sua appendice, presenta numerosi strumenti pratici, di estrema utilità e facile somministrazione, nonchè importanti riferimenti di approfondimento bibliografico che indirizzano il clinico verso altre letture di ulteriore formazione specifica in questo ambito tanto affascinante quanto intricato.
Trovo che questo libro, di non più di 150 pagine, sia un indispensabile vademecum per il clinico già formato o in formazione in ambito di psicotraumatologia, e apporti un grande valore aggiunto alla “cassetta degli attrezzi” del buon terapeuta.
Ludovica Bedeschi*
*Psicologa, Psicoterapeuta SITCC e EMDR, Centro Clinico de Sanctis Roma
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